9 gennaio 2014

Recensione di "Memorie di Adriano" di Marguerite Yourcenar

Recensione di "Memorie di Adriano" di Marguerite Yourcenar

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Trama:
Ricostruendo le memorie dell'imperatore romano, Marguerite Yourcenar ha voluto "rifare dall'interno quello che gli archeologi del secolo scorso hanno fatto dall'esterno". Ne risulta così un libro che è al tempo stesso un romanzo, un saggio storico, un'opera di poesia. Giudicando la propria vita di uomo e l'opera politica, Adriano non ignora che Roma finirà un giorno per tramontare; e tuttavia il suo senso dell'umano, ereditato dai Greci, gli fa capire l'importanza di pensare e di servire sino alla fine. "Mi sentivo responsabile della bellezza del mondo", dice questo personaggio che porta su di sé i problemi degli uomini di ogni tempo, alla ricerca di un accordo tra la felicità e il metodo, tra l'intelligenza e la volontà. Le Memorie di Adriano che, apparse nel 1951, stanno conoscendo un successo ininterrotto, sono arricchite dai "Taccuini di appunti", momenti di autobiografia, pause emotive e slanci in un lavoro creativo appassionante fino all'identificazione.
Recensione:
Piccolo appunto prima di iniziare:ignorate i "Taccuini d'appunti". Sono una schifezza. E non meritano di rovinarvi il resto del libro.
Comunque.
 
E’ impossibile non partire fraintendendo questo libro. Perché il termine “storico” ci evoca ben altre immagini, di libi ricchi di date e dettagli e battaglie che lasciano ben poco posto alle riflessioni personali del lettore o, secondo il mio modesto parere, alla fantasia dello scrittore.
Eppure, questo libro si differenzia da tutti questi. Non lo chiamerei nemmeno storico, io. Nemmeno romanzo. Lo chiamerei poesia.
Perché quando un libro ti fa riflettere così tanto, ti porta a visitare angoli di te e della tua mente che non conoscevi, ti scava dentro con parole dalla bellezza effimera e al contempo quasi eterna, non è romanzo.
Quello che mostra non è l'imperatore Adriano, ma l'uomo Adriano, che ha aspirazioni, speranze e sogni, che di notte si rigira come tutti noi nel letto, che viene pervaso anch'egli da solitudine,gioia, amore e dolore. Un'uomo che sa piangere, combattere e vendicare ma vuole la pace. Che conosc i suoi vizi, e ci convive. Che nella sua villa a Tivoli medita per sfuggire al tedio della prigionia procuratagli dalla malattia. Che teme la morte e ne è al contempo affascinato. Che ama viaggiare e visitare nuove terre. Uno più vicino a noi di quanto pensiamo.
Ed è bello. Bellissimo. Mi ha toccato davvero molto. Best book ever. Senza possibilità di opporsi.
Voto:
***** Il top. 5 asterischi.
Autrice:
Nilla che è tutt'ora commossa.

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